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donna con vestito color petrolio seduta su delle rocce

LA MIA STORIA

Nella mia vita ho imparato a un certo punto che per essere felice, più felice possibile, dovevo seguire quello che mi diceva la pancia. A insegnarmi questa verità è stato il canto, la musica. Quando ho iniziato a studiare il canto mi sono dovuta mettere in ascolto reale del mio corpo, in ogni sua parte. La sensazione che mi dava era di euforia e benessere totali.

Da allora ho promesso a me stessa che avrei continuato su quella strada!

Poi è arrivata la mia prima gravidanza.

E ha stravolto ogni piano.

Nel modo più energico e potente che io potessi imaginare.

Dal momento in cui lei era dentro di me, il mio sentire, quell'istinto che mi aveva sempre guidata con tanta sicurezza, ha iniziato a modificarsi, a fare spazio per un nuovo istinto, forte, prepotente e (ma questo lo ho scoperto col tempo) meraviglioso.

L'istinto di una madre.

Già durante la gravidanza ho capito che la strada preconfezionata che secondo tutti avrei dovuto seguire non era quella giusta per me. Prendere scelte consapevoli e coerenti iniziava a diventare difficoltoso. Ogni ricerca portava a innumerevoli risposte e ognuno proclamava con forza la sua univoca verità: quale ospedale o medico scegliere, cosa e come mangiare, dove far dormire la bambina, per quanto tempo allattare... e quello che desidero io??

Poi Amalia è nata. Un'onda di emozioni travolgenti.

E di continue scoperte!

Piano piano sono diventata una madre alla guida, attraverso tempeste e periodi di mare piatto ho imparato che buone informazioni e rispetto del proprio sentire possono essere gli strumenti migliori per navigare nel mare della genitorialità.

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Quando nel 2018 è nato Elia la mia esperienza è stata totalmente diversa. Certo essere già stata mamma una volta mi aveva reso più informata e consapevole, ma ciò che ha fatto la differenza sono state le persone che avevo accanto a me. Quelle donne, professioniste e amiche, su cui potevo contare nei momenti di fatica e sconforto. Quel luogo dove sapevo di poter trovare aiuto, accoglienza, sostegno, ascolto.

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Questo è ciò che desidero portare alle famiglie che incontro come operatrice. Per poter dare a mamme, papà e bambini quello che ha fatto la differenza per me.

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Ogni formazione fatta, ogni mamma che mi ha concesso di starle accanto, ogni amica con cui ho condiviso questo percorso di crescita personale e professionale, ogni passo in questo mondo per me così appassionante della maternità, mi ha fatto capire che tipo di operatrice voglio essere.

In ascolto, lontana dal giudizio, umile ma preparata, sostenuta a mia volta da una rete di professioniste, perchè 'per crescere un bambino ci vuole un villaggio' e io desidero essere un pezzetto di quel villaggio.

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